I numeri li aveva tutti Mario Balotelli, sin da ragazzo, da quando Moratti a soli 17 anni gli fa un contratto già milionario. Pur non da protagonista, partecipa al triplete dell’Inter del 2010.
Già da bambino, seppur osservato da talent-scout di squadre di serie A come Atalanta, Brescia Chievo e Verona, desistono subito dall’offrirgli una maglietta importante perché aldilà alle indiscutibili ragioni prettamente calcistiche, notano un carattere del ragazzino abbastanza esuberante e rinunceranno adducendo motivazioni disciplinari.
Sin da subito si capisce che la personalità di Balotelli è al quanto disturbata. Un calciatore che segna e non esulta non si è mai visto.
Nel 2006 lo ingaggia l’Inter per parcheggiarlo nelle sue giovanili. L’anno successivo, debutta in A dimostrando subito tutta la sua classe, capacità e forza fisica.
Ma piano piano il ragazzo prodigio, comincia a mostrare anche la sua indole di irresponsabile e incontrollabile.
Insulta i tifosi avversari. Litiga con allenatori. Con l’Inter di Mourinho litiga con lo Special One che lo sbatte fuori rosa per quasi 2 mesi.
Poi va al City. Colleziona goal ed espulsioni. Nella stagione 2011-12, viene espulso 3 volte, 10 giornate di squalifica totali e 9 cartellini gialli. Un record per un attaccante.
Il Manchester City gli commina una multa di 340 mila sterline. Lui dapprima fa ricorso poi rinuncia e paga.
Passa al Milan ma la musica non cambia, nemmeno Balotelli, tra espulsioni e polemiche.
Poi va al Liverpool, poi al Nizza, poi al Marsiglia ma Super-Mario rimane sempre quel dispettoso bambino capriccioso e irriverente di sempre.
Il nemico del mondo, o meglio, quel bambino presuntuoso il cui unico nemico: è il mondo!
Dopo aver girovagato per tutta l’Europa calcistica, Super (si fa per dire) Mario, approda al Brescia appena promossa in serie A Brescia. L’ennesima squadra a piazzare una scommessa perdente in partenza.
Infatti, nemmeno stavolta, riesce a placare il carattere ingiustificabile di un uomo (anche qui si fa per dire) ormai irrecuperabile sotto il profilo disciplinare. Infatti, prima di mettere piede in campo, il Vallanzasca della serie A, dovette scontare ben 4 giornate per una espulsione avvenuta ai tempi dell’Olympique Marsiglia.
Resosi conto della sciocchezza fatta, lo scorso giugno, il Brescia comunica al giocatore la volontà di rescindere il contratto e la risposta del pupazzo è stata la richiesta di conclusione del contratto per inadempienza economica, in piena crisi COVID.
Oggi Balotelli, forse per la prima volta nella sua carriera da calciatore, ricopre il ruolo che gli spetta nel mondo del calcio: lo svincolato.
Un calciatore che nessuna società seria vuole nelle sue fila, certa che una mela marcia crea fin troppi problemi a tutto l’ambiente.
Aveva tutti i numeri per diventare un campione ma ha solo dimostrato la sua inadeguatezza nella società.