Piazza Plebiscito era stata scelta per osannare il Pibe de oro e il suo ritorno a Napoli.

Il sindaco De Magistris, sempre pronto a cavalcare le onde popolari, doveva consegnargli la cittadinanza onoraria.

Come si fa con un eroe, uno scienziato, un uomo dalle grandi doti.

Maradona è uno di questi. La dote speciale che ha permesso questa onoreficenza va cercata tra le tante possedute dall’insignito.

Calciatore eccelso, evasore fiscale, tossicodipendente, plurifedigrafo inseminatore di figli illegittimi non riconosciuti ecc ecc.

Oppure grazie alle sue note amicizie con i più “famosi” camorristi dell’epoca e le sue cene a base di “zucchero a velo” con Carmine Giuliano.

Il Barcellona, per liberarsi del già cocainomane Diego, incassò una cifra allora esorbitante, circa 15 miliardi di lire, che proporzionati ai tempi, forse sono la cifra più alta mai pagata per un calciatore.

Il resto è storia calcistica (e non solo) italiana.

Il 5 luglio, per motivi di sicurezza, il sindachì aveva scelto gli uffici di Palazzo San Giacomo per consegnare la cittadinanza onoraria a Maradona, ma Diego, ha preteso piazza plebiscito.

Dopo una lunga trattativa, l’ha spuntata lui.

Non più di trentamila persone si era detto. Per ragioni di sicurezza.

Già si temevano le risse per accaparrarsi un posto tra i fedelissimi e invece, la piazzata del Pibe de oro è stata un vero e proprio flop.

Diecimila persone scarse a continuare ad acclamare un calciatore dalle doti indiscutibili ma un uomo dal profilo degno di una fogna.

“Noi napoletani quando andiamo a giocare dappertutto soffriamo del razzismo… siamo discriminati” ha detto Diego in Piazza Plebiscito, poi ha cantato insieme ai suoi simili “chi non salta juventino è” e la festa è finita.

Da oggi Napoli, avrà l’onore di avere Maradona come cittadino napoletano.

Ad ognuno la propria gloria, ad ognuno il campione che si merita e Napoli sceglie Maradona.

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