Non dir di me se di me non sai, parla di te e poi di me dirai

Una famosa canzone italiana dal titolo “Con le mani” enuncia il fatto che con gli stessi arti si può fare di tutto.

A quanto pare però, a molte persone piace far uso simbolicamente e metaforicamente solo dell’estremità di tale organo dando più risalto al significato verbale piuttosto che al valore simbolico del gesto e sottolineando quello che solo nella loro morale appare come una stoccata per metter in riga qualcuno, senza pensare che mentre un dito punta, gli altri sono rivolti verso se stessi.

Si potrebbe pensare che il puntamento del dito possa essere una derivazione del pollice verso o alto con il quale gli imperatori nelle arene condannavano o risaltavano le “gesta” dei gladiatori.

Oppure risalga a quel gesto fatto da Giuda nell’orto del Getsemani e che qualche sera fa è stato fatto da un altro Giuda sul terreno del San Paolo.

Lo stesso identico dito che Nicolas Higuain ha puntato su Twitter sbeffeggiando il patron azzurro, manifestando il godimento del vederlo scuro in volto dopo i gol di suo fratello, stesso identico di quello che un annetto fa sbottava contro la Juventus dopo i fatti di Udine, che in Italia è impossibile vincere chiosando un indegno “Forza Napoli Sempre”.

Quello che fa più pensare pero è che nella maggior parte dei casi questo modo di fare combacia con il “nascondersi” dietro ad un dito per mettere in atto il classico tentativo da scaricabarile.

Quest’ultimo pietoso episodio è accaduto a spese del “Fair Play” e dell’allenatore del Napoli, che dicendo ai suoi calciatori di non calciare fuori la palla mentre un avversario fosse a terra “infortunato”, si è beccato le frecciate e il finto perbenismo, come a volersi pulire la coscienza da parte di quelli che sono stati gli inventori, i fautori e i precursori del “UN-fair Play”.

Questa ennesima farsa il popolo azzurro non se la beve, si schiera ed è pronto a schierarsi ancor di più col suo allenatore come fece nel caso dell’infelice ortaggio riferendosi a cosa fosse Mancini, sul terreno di gioco perché nella vita non ci è dato saperlo, come risposta alle assurdità da lui sostenute, come a voler dire che se si è sempre detto che ci piace il calcio “maschio”, l’allenatore marchigiano fosse il “finocchio” di quello giocato.

Sarri non ha assolutamente colpa nemmeno questa volta, e il popolo è con lui, perché fare un gesto di fair play nei confronti di una squadra che per tutta la partita non ha fatto altro che perdere tempo azione dopo azione, sarebbe come voler sottomettersi ancora una volta alla loro arroganza.

Non ci si può mascherare nemmeno dietro il fatto che restava troppo poco tempo al Napoli per segnare altre due reti, perché la Juve ha dimostrato più di una volta che nelle competizioni di coppa soffre la “zona Cesarini”, come dimostra la partita di Champions contro il Bayern Monaco.

Se c’è da essere sportivi, bisogna esserlo da entrambi le parti, e siccome non accettiamo né lezioni di buonismo né tantomeno critiche da parte di una squadra che vanta tra le file gente come Bonucci e Chiellini, vi rispondiamo a spron battuto, che ancora una volta alzando e puntato quel dito, hanno decretato la condanna della correttezza e il trionfo dell’assoluta verità che senza gli “aiutini”, a parimerito sul campo non sono superiori a nessuno, ma sopratutto alla squadra di Sarri dalla quale avete preso “legnate” dentro e fuori dal campo.

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1 COMMENT

  1. Quanta poesia dietro un dito. Dietro il dito (indice) di Gonzalo (nessun dito del fratello). Purtroppo non potete sputare nel piatto in cui mangiate e questo vi fa onore ma fino a quando continuerete a guardare nell’orto degli altri, non riuscirete mai godervi il vostro e/o a capire che alla fine ciò che conta, non è avere il più bel gioco della Serie A, alla fine ciò che conta, sono i titoli. La tifoseria del Napoli, media compresi, è troppo impegnata (sempre) a piangere per cercare le vere ragioni dei fallimenti sportivi, perché è di questo che parliamo, siete una squadra che fallisce sistematicamente ogni anno a qualsiasi livello

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