Che la Juventus non fosse adeguatamente armata per vincere la Champions lo si sapeva da luglio, quando una squadra già mediocre, la affidi a un allenatore scarso come Allegri che la Champions è riuscita a perderla in finale 2 volte in 3 anni.

Lo sapevamo, quindi, che questo, men che meno, sarebbe stato l’anno buono. Sarebbe servito un allineamento di pianeti con eclissi totale di sole e scia della cometa di Halley il tutto ben orchestrato da Gesù Cristo a dirigere la fila di miracoli.

Uscire però in questo modo, con una delle squadre più abbordabili delle 16 rimaste, è davvero ridicolo.

Dopo l’1 a 1 in Spagna ne prendiamo 3 in casa con la festa spagnola che inizia al 76 dopo che per tutta la partita non si è mossa una foglia e con 5 cambi a disposizione, Allegri ancora non ne aveva fatto nessuno.

Anche l’1 a 1 dell’andata ha un non so che di cagonesco. Vlahovic segna a tempo di record il suo primo goal in Champions dopo appena 1 minuto e poi viene fuori tutta la halma del mister più sopravvalutato della storia. La juve si chiude in difesa e subisce il pareggio.

Di una inadeguatezza in panchina disarmante.

È vero, abbiamo una squadra così mediocre che anche Locatelli sembra Platini e Arthur Pirlo.

Due attaccanti che se non vanno ad elemosinare palla direttamente dai piedi di Szczesny non entrano mai in gioco.

Una squadra che in fase di non possesso trasforma qualsiasi modulo di partenza in un 6-4-0 rintanato nella propria metà campo e un pseudo-allenatore che all’85º, sotto di 2 goal ancora grida “halma”.

Come si dice per gli automobilisti incapaci “sia maledetto chi ti ha dato il patentino da allenatore” ma sia ancora più maledetto chi ti ha dato da firmare un contratto per 4 anni a 9 milioni di euro a stagione.

Del resto, io da una società che ha salutato una bandiera come Alex Del Piero con un calcio in culo, non mi aspetto nulla di diverso.

Non ci resta che sperare in un ultimo miracolo: che Al-Khelaïfi ce la mandi buona.

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